Opera San Sebastian Project Q AS 0!/20 -1
stampa su carta tra due vetri in cornice dorata
anno 2002
Euro 1500

Antonelli Gianluigi nato a Fermo nel   1967, vive e lavora a Fermo

Quando il mondo interiore, poetico, sensibile e invisibile entra in collisione con il mondo esteriore e contemporaneamente la storia e il nostro vissuto ci evidenziano che il progresso non è più rivolto all’uomo ma solo all’economia onnivora che nutre solo se stessa, che non esiste società in pace ed armonia senza giustizia, che ci arriva solo il macro a sfavore della lettura del particolare, che il tempo ci è stato sottratto dall’inutile a sfavore della ricerca, che la proiezione migliore dell’immaginario: l’utopia non è più apprezzata dal mondo talmente frammentato da perdere il filo rosso della continuità con ciò che sempre è stato nella mutazione costante, allora ci si sente soli a rimeditare ciò che costantemente va perduto per sempre. …
(dal testo di M.R. Pividori per la mostra “Allons Enfants de la Patrie”

Testo di Gianluigi Antonelli
1) «Paradosso, direte voi, Un paradosso, dal greco parà (contro) e doxa (opinione), è una conclusione che appare inaccettabile perché sfida un’opinione comune: si tratta, infatti (secondo la definizione che ne dà Mark Sainsbury) di “una conclusione apparentemente inaccettabile, che deriva da premesse apparentemente accettabili per mezzo di un ragionamento apparentemente accettabile”»
2) «Ho realizzato questa serie di lavori pensando all’Occidente, a me e alla mia infanzia, ho mescolato tutte le immagini catturate in una vita senza una logica precisa, alla fine i tasselli di questa mia esistenza hanno coinciso»
3) «L’artista è un gran farabutto. Ogni volta che espongo mi immedesimo in un venditore di inizio vecchio secolo di elisir di lunga vita, un venditore di sogni, pronto a fuggire con il bottino generato dalla vendita di un improbabile sogno di eterna giovinezza»
4) «Forse non è il caso di pensare troppo fuori dal gruppo ma, io sono troppo egoista, non riesco ad allinearmi, soffro di una spasmodica ansia da “differenza”»
5) «Raccontare storie attraverso immagini mi dà un piacere immenso, un piacere “autolesionista”, per questo non condivisibile, ti privi di te stesso, come un eremita alla ricerca di una conoscenza assoluta, che può solo essere Divina ma, concluso l’atto del compimento, non ti appartiene già più ed è già ora di ricominciare»
6) «Ho cercato un segno, un solo segno, istintivo, immediato, perfetto ma, manca sempre qualcosa, ogni volta che metto mano alla “matita” mi aspetto di più, qualcosa in più di ciò che ho già fatto»
7) «La perfezione agli occhi di chi crea è irraggiungibile, mi vorrei monitorare, per quantificare quanti stati di ansia derivino nel compimento di un’opera»
8) «Dipingere non sempre corrisponde ad un piacere, cosi come amare (amore), non comporta a priori felicità e benessere.»
9) «Potrei paragonare l’arte ad un incubo, non riesci mai a trovare la via di uscita.Ti agiti nel sonno, ti svegli sudato, e non riesci a ricollegare ciò che hai vissuto in sogno con la realtà, hai già dimenticato parte dei passaggi, la logica del continuum è andata persa, solo un’attenta, minuziosa, faticosa e dolorosa ricerca potrà darti risposta.»
10) «Ho voluto questa pubblicazione solo per ricomporre le tappe che hanno segnato questo mio percorso, fare ordine tra le migliaia di “figurine ritagliate dai giornali”.Considero questa come l’ultima opera, a conclusione di questa mia serie.»
11) «Cerco sempre il lato ironico delle (nelle) cose, anche se crudele. La società contemporanea dovrebbe iniziare a pensare all’arte come ad uno sciroppo amaro, spesso non piace, ma fa bene»
12) «Non capisco perché si continui a considerare “2001 Odissea nello spazio” come un film di fantascienza, credo che Kubrick abbia voluto quel film per rappresentare il “concetto di Divino assoluto”»
13) « Occidente, Occidente!L’Occidente è il chiodo fisso della mia mente.»A volte credo di essere pazzo!
14) «Esistono molte realtà artistiche. Io ho una sola priorità, quella di non confondermi con esse»
15) «Sono un cacciatore di “cose invisibili”, sfuggono veloci, ogni volta occorre progettare nuove trappole. Non sono fantasmi, sono elementi dell’indifferenza, figli della superficialità del vivere»

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Arte Contemporanea : nuovi sguardi

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